Il cablogramma che avrebbe portato all’identificazione di Fashi, pubblicato da WikiLeaks a dicembre 2010, è datato 1 settembre 2009. Si tratta di un file che riporta informazioni classificate provenienti dall’Ambasciata Usa a Baku. Nel documento è menzionata una fonte indentificata come «esperto e insegnante di arti marziali». Nel cablogramma si legge che la stessa fonte rivelava come le autorità iraniane stessero rendendo la vita difficile alle società sportive specializzate in arti marziali, in cui erano stati mandati ad allenarsi uomini delle milizie del regime Basij e guardie rivoluzionarie. Majid Jamali Fashi è stato arrestato poco dopo la pubblicazione dei file di WikiLeaks, insieme ad altre 15 persone di cui non si conosce la sorte. A tradirlo sarebbe stata la sua partecipazione a un torneo di arti marziali in Azerbaijan, dove aveva vinto una medaglia. Secondo quanto poi avrebbe confessato in processo a porte chiuse a Teheran, proprio a Baku avrebbe ricevuto documenti falsi e soldi dagli uomini del Mossad. Per sua stessa “ammissione”, Fashi sarebbe stato addestrato in una base militare israeliana, raggiunta volando da Baku a Tel Aviv.
Che Israele abbia talpe in Iran, dove riesce ad assestare colpi contro il regime, è cosa nota. L’ultimo omicidio di uno scienziato coinvolto nel programma nucleare risale a gennaio scorso. Mustafa Ahmadi-Roshan, direttore della centrale per l’arricchimento dell’uranio di Natanz è saltato in aria nella sua auto. Qualcuno deve pur mettere le bombe.
Il caso del Professor Ali-Mohammadi però è a dir poco ambiguo. Prima cosa non risulta a nessuno che fosse coinvolto nel programma nucleare iraniano, anzi, pare fosse un ambientalista. Secondo, esponenti dell’opposizione al regime iraniano dicono che aveva progettato di espatriare in Svezia, parlandone prima che lo facessero fuori. Nella guerra a distanza contro Israele, gli Usa e il blocco sunnita regionale, Teheran di sicuro ci guadagna esponendo rei confessi che raccontano complotti del Mossad. Magari però il regime non si fida di scienziati che vogliono emigrare. Chissà cosa potrebbero raccontare, a maggior ragione se non sono implicati col potere. Facendoli levare di mezzo ai servizi di paesi nemici si prendono due piccioni con una fava. Tutta teoria? Certo. Ma pare una favola pure che un ragazzino di 24 anni che si allenava da mattina a sera sia andato a fare il Rambo a Tel Aviv. In questa vicenda va sottolineato a penna rossa un punto.
Era solo questione di tempo che qualcuno fosse ammazzato per le rivelazioni di WikiLeaks.
Fonte Globalist