Il Washington Post racconta invece un’altra storia. Il progetto degli USA prevede l’impiego di aerei spia e l’espansione di nuove basi di intelligence in tutto il continente. Dal 2007, ne sono state stabilite ben dodici: in Uganda, Etiopia, Kenya, le Seychelles, Burkina Faso e Mauritania. Il tutto nell’ambito della decennale guerra contro al-Qa’ida.
Un punto chiave della rete di spionaggio degli Stati Uniti è situato ad Ouagadougou, nel Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri al mondo. Nell’ambito di un programma di sorveglianza classificato con il nome in codice Sand Creek, il personale militare statunitense ha creato una piccola base aerea nella parte militare dell’aeroporto internazionale. L’obiettivo degli aerei spia americani è l’Azawad (il Nord del Mali), dove la situazione delle ultime settimane è molto fluida. Anche la Mauritania e il resto Sahel sono aree sotto osservazione, alla ricerca dei combattenti di AQIM, responsabili di rapimenti e monopolisti dei traffici illeciti. Altrove, i vertici militari americani sono sempre più preoccupati per la diffusione di Boko Haram in Nigeria.
Il coinvolgimento strisciante degli Stati Uniti nei conflitti africani dura da lungo tempo. Tuttavia, i risultati delle missioni di sorveglianza americane sono avvolti dal segreto. Secondo l’Army Times, il Pentagono inoltre prevede di distribuire oltre 3.000 soldati in tutto il continente.
Fonte Agoravox