IL PROGRAMMA IRANIANO E ISRAELE – Il Washington Postnel rivelare l’ampiezza del programma ha sottolineato come le spie statunitensi sarebbero in grado di comprendere i progressi iraniani nel settore atomico. Una conoscenza – e non a caso viene enfatizzata – che permetterebbe di evitare sorprese. Non la pensano così, invece, gli israeliani. Nel sostenere la necessità di un blitz affermano che l’Occidente potrebbe non accorgersi dei progressi di Teheran e dunque un giorno i mullah potrebbero annunciare «abbiamo la Bomba».
INFORMAZIONI «SOLIDE» – Per il quotidiano, poi, il grande volume di dati di intelligence ha dato alla Casa Bianca maggiore peso nei contatti diplomatici con Russia e Cina, le due potenze che ostacolano ogni iniziativa dura contro l’Iran. In sostanza Obama avrebbe mostrato alle controparti informazioni «solide» su cosa stanno combinando gli ayatollah. Secondo le valutazioni Usa, Teheran ha fatto passi in avanti ma non ha ancora deciso se arrivare alla preparazione dell’ordigno.
SÌ AL PROGRAMMA NUCLEARE CIVILE? – Per questo – secondo un altro articolo sempre sul Washington Post – la Casa Bianca potrebbe accettare un programma nucleare civile iraniano purché strettamente sorvegliato. L’idea è ancora vaga (e da perfezionare) ma Obama l’avrebbe fatta arrivare agli iraniani attraverso un canale turco. Segnali prima dei contatti diplomatici diretti con l’Iran dove verrà chiesto ai mullah di procedere alla chiusura dell’impianto di Fardow. Si tratta di un sito nucleare scavato nelle viscere di una montagna e dunque difficile da monitorare.