E dopo un sorriso iniziale, a pensarci bene forse la teoria non è del tutto campata in aria: pensiamo infatti a quei profili totalmente bloccati verso l’esterno, dai quali si deduce ben poco sulla persona proprietaria del profilo Facebook visualizzato.
In assenza di elementi concreti, è un dato di fatto che le altre persone tendano a crearsi comunque una propria opinione di chi si trovano di fronte, così come nella vita reale: nel caso di nessun contenuto che ci riguarda quindi, gli altri potrebbero farsi una visione distorta della nostra persona. Senza contare la possibilità sempre presente di vedersi pubblicate foto sgradite da amici e conoscenti: il tag può ovviamente essere rimosso e la foto tolta dal proprio profilo, ma le probabilità che l’immagine resti comunque sul web sono alte, e non è detto che prima o poi qualcuno possa comunque incapparci.
Come fare dunque sì che troppa privacy su Facebook si trasformi in un autogol? Secondo lo stesso articolo, ognuno dovrebbe rendere pubblico qualcosa che non sveli la vita privata, ma che possa però dimostrare la propria “rettitudine”: una recensione di un gadget, il racconto di una festa in famiglia, la foto di un paesaggio o un messaggio d’auguri, tutte cose che possono contribuire a creare un’immagine pulita della nostra persona, senza andare a svelare particolari che si preferisce tenere – giustamente – per sé. Evitando così di far pensare a qualcuno che si abbia qualcosa da nascondere.
Fonte Downloadblog