Nascosti in sassi finti o addirittura sotterrati, questi sensori del sistema SPAN (acronimo di Self-Powered Ad-hoc Network) operano come dei veri “controllori” che vedono ed inviano un segnale, della nostra presenza, al centro di controllo più vicino, gestito da soldati.
Il sistema di “spionaggio” era iniziato per pattugliare l’Afghanistan, ma ora è divenuto disponibile anche per utilizzi in ambito civile. Puo’ essere utilizzato in molti scenari, dal monitoraggio dei confini nazionali fino alla sorveglianza dei perimetri condominiali.
L’utilizzo dei sassi spia non è nuovo. Lo scorso anno i servizi segreti inglesi hanno dichiarato di aver utilizzato una “microcamera” occultata in un sasso all’interno di un parco di Mosca, per sorvegliare un edificio governativo. La tecnologia, era molto limitata in quanto i sensori avevano un costo molto alto, inviavano molto spesso dei falsi allarmi e le batterie duravano poco e sostituirle era un impresa molto difficile che peraltro metteva a rischio l’intera operazione di intelligence.
Ma dalla casa produttrice Lockheed Martin assicurano che questi sassi-spia di ultima generazione hanno fatto un salto evolutivo. La batteria del sistema SPAN ha una durata di anni, si ricarica son il sole, consuma pochissima energia ed usa componenti elettronici a basso costo. “Sono pronti per distribuirlo su larga scala”.
Attenzione, siete avvisati.