La donna, al servizio del Pontefice, lo scorso marzo ha accompagnato Benedetto XVI nei suoi viaggi in Messico e a Cuba. Ha cominciato a lavorare in Vaticano con Giovanni Paolo II, ed è stata confermata da Joseph Ratzinger quando è stato eletto nel 2005.Bagnasco: “Situazioni che colpiscono e addolorano” – Lo scandalo che sta attraversando il Vaticano è “una situazione che colpisce e addolora”, ma “il male esiste nel cuore degli uomini. Dobbiamo avere fiducia mentre nelle debite forme e sedi si fa chiarezza”: lo ha detto oggi il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, prima della santa Messa in occasione del pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Guardia, sulle alture di Genova. “La fiducia e la presenza del Signore non viene mai meno. Non viene mai meno la sua fedeltà alla Santa Chiesa, all’uomo”.Il confessore del sospetto “corvo”: “Non tradirebbe mai il Pontefice” – “Vuole così bene al Papa che non lo tradirebbe mai”. Sotto garanzia di anominato, in una intervista a La Stampa, parla il confessore di Paolo Gabriele, l’aiutante di camera di Benedetto XVI arrestato perché trovato in possesso illecito di documenti riservati”, e quindi presunto ‘corvo’. “Conosco Paolo da tanti anni – prosegue il monsignore che per alcuni anni ha seguito spiritualmente Paolo Gabriele – e se fossero dimostrate le accuse a suo carico davvero d’ora in avanti non ci sarebbe più da fidarsi di nessuno”. E aggiunge: “l’ho seguito spiritualmente e posso testimoniare di aver sempre trovato una persona innamorata della Chiesa, e molto devoto al Papa, prima a Giovanni Paolo II e ora a Benedetto XVI”. “Conoscendo la sua semplicità, e persino la sua ingenuità, non mi sembra affatto una persona capace di organizzare e gestire un’operazione del genere a meno che non si tratti di una personalità schizofrenica”, prosegue. E aggiunge: “ricordo che raccogliendo le confidenze di tanti in Vaticano, ad un certo punto aveva finito per scontrarsi con qualcuno di molto potente qui..”.Mons. Mazzocato: “La Chiesa è formata da santi e da peccatori” – “Con la fragilità di un uomo di 85 anni si trova a guidare la Chiesa in mezzo a quotidiane prove che lo toccano anche molto da vicino”. Un uomo che non esprime “reazioni ansiose o scomposte ma, sempre profonda saggezza e serenità”, che “va avanti con sicurezza e umile serenità”, perché “non si sente il capo di una grande organizzazione in crisi ma – come ebbe a dire nel suo primo discorso – ‘un umile operario della vigna del Signore'”. E’ il ritratto che mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine ha fatto del Papa. “La Chiesa – ha poi aggiunto l’arcivescovo – è formata da poveri uomini, ha sempre patito le debolezze e i peccati dei suoi membri mostrandosi una comunità fragile; spesso più fragile di altre istituzioni politiche e sociali”. Anche oggi la Chiesa di Gesù è provata da faticose debolezze e miserie”, “continua a mostrare che è formata da uomini di ogni tipo: da santi e da peccatori”. Composta cioé da “cristiani che arrivano a vivere in modo eroico il comandamento dell’amore e altri che cedono ad antiche tentazioni del potere o del denaro”. Ma “non c’è niente di nuovo perché i dodici uomini” alla base della “Chiesa il giorno di Pentecoste non erano un gruppo scelto, migliore di noi”.Cardinal Martini: “Ora la Chiesa recuperi fiducia” – La Chiesa, dopo le notizie di cronaca che parlano del “corvo” in Vaticano, deve con urgenza recuperare la fiducia dei fedeli”. E’ quanto afferma il cardinale Carlo Maria Martini, in un intervento pubblicato dal Corriere della Sera. “‘E’ stata un’esperienza di Gesù l’essere tradito e venduto, non poteva non essere anche un’esperienza del Papa – spiega Martini – Chi grida allo scandalo si ricordi di quanto è successo duemila anni fa. E questa vicenda è nata anch’essa da un tradimento, da un’azione malvagia: dobbiamo chiedere perdono a tutti”. “Lo scandalo – osserva il porporato – ha sempre una natura triplice: c’è chi lo riceve, chi lo fa, chi ne approfitta; ma la Chiesa può guardare oltre e leggere in senso positivo quanto emerso. La Chiesa – esorta infatti Martini – perda i danari, ma non perda se stessa. Perché quanto è accaduto può avvicinarci al Vangelo e insegnare alla Chiesa a non puntare sui tesori della terra”.Riccardi: “Il Vaticano è sempre stato un terreno fertile per le spie” – “In Vaticano casi di intreccio fra denaro, spionaggio e stampa ci sono stati spesso. Negli anni del fascismo addirittura c’era chi organizzava agenzie spionistiche e informative. Oggi occorre capire le motivazioni di questi ‘corvi’, se la doppiezza di questi signori sia dovuta a ragioni economiche, oppure a una propria battaglia ecclesiastica, o contro la Chiesa”. E’ quanto afferma a Repubblica, Andrea Riccardi, ministro dell’Integrazione e storico della Chiesa. Riccardi racconta il mondo delle spie che ha circondato il Vaticano nel secolo scorso. Sull’Ovra riferisce: “Monsignor Enrico Pucci girava il mondo vaticano e passava poi le informazioni alla polizia fascista. I nazisti, invece, avevano molti infiltrati, Kappler faceva controllare la Santa Sede da un gran numero di informatori”. E per quanto riguarda i sovietici, “nel dopoguerra – spiega il ministro – i vescovi clandestini in Urss venivano individuati grazie ad un archivista vaticano”. “Il Vaticano – osserva Riccardi – di fronte agli sguardi indiscreti, è sempre stato una realtà fragile per la sua natura geografica, nonostante si sia insistito tanto sulla sua potenza”.Gotti Tedeschi: “Non chiedetemi nulla” – Intanto l’ ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, afferma: “Non chiedetemi nulla, per favore”. Gotti Tedeschi replica così alla richiesta di un commento sulla pubblicazione del memorandum – un vero e proprio j’accuse con una lunga lista di addebiti – con cui il board della ‘banca’ vaticana lo ha sfiduciato giovedì scorso. Persone a lui vicine descrivono l’economista cattolico come “molto amareggiato” per l’ulteriore sviluppo avvenuto con la pubblicazione del memorandum firmato da Carl Anderson, uno dei quattro membri del board. E ancora combattuto interiormente tra l’ansia di spiegare la sua verità e il non voler turbare il Papa. Tuttavia, “prevale il suo amore per la Chiesa”, spiegano, “soprattutto perché sa che se parlasse pubblicamente alimenterebbe ulteriormente una vicenda che fa il danno della Chiesa e del Papa”
Fonte Politicamentecorretto