Gullino non era morto e, anzi, si aggirava liberamente da un Paese all’altro dell’Unione Europea: seconda l’agenzia di stampa austriaca ‘Apa’, peraltro, adesso Gullino e’ stato localizzato a Wels, cittadina nel Land settentrionale dell’Alta Austria, a 200 chilometri da Vienna, dove risiederebbe da venti-25 anni.Descritto da colleghi e vicini come un “individuo cordiale” e un “poliglotta”, la presunta ex spia per il momento non dovrebbe essere fermato ne’ interrogato dalla polizia, giacche’ a suo carico non risultano piu’ mandati internazionali di cattura. Di origini italiane, essendo nato a Bari nel 1946, negli anni ’70 Gullino si occupava occasionalmente di contrabbando: arrestato due volte in Bulgaria, gli fu offerta l’alternativa tra il languire in prigione o l’arruolarsi nello spionaggio del Paese balcanico. Accettata la seconda opzione, si trasferi’ a Copenaghen, acquisendo con il tempo la nazionalita’ danese e usando come copertura il commercio di antichita’, attivita’ che avrebbe dunque ripreso a esercitare nella sua nuova vita. Tra le missioni presuntamente affidategli alla spia, appunto, l’eliminazione di Markov, all’epoca tra i piu’ accaniti critici di Todor Zhivkov, in onore del quale per ‘neutralizzare’ l’oppositore esiliato in Gran Bretagna sarebbe stata scelta proprio la data del compleanno dell’allora leader bulgaro. Mentre era in attesa a una fermata dell’autobus sul ponte di Waterloo, la vittima fu colpita con la punta di un ombrello che nascondeva all’interno un aculeo metallico intriso di ricina, una potente tossina letale. Lo stesso metodo era gia’ stato usato un paio di settimane prima a Parigi, ma invano, nel fallito omicidio di un altro dissidente bulgaro, il giornalista Vladimir Kostov.
Nome in codice ‘Piccadilly’, Gullino sarebbe rimasto operativo fino al 1990, quando si sarebbe ritirato. Arrestato brevemente in Danimarca tre anni piu’ tardi, la spia, interrogato da inquirenti locali e britannici, ammise di essere stato reclutato dai servizi di Sofia ma nego’ qualsiasi coinvolgimento nell’uccisione di Markov. A quel punto spari’, anche se nel 2005 il quotidiano londinese ‘The Times’ lo indico’ come l’esecutore del delitto. La presumibile protezione del disciolto Kgb sovietico gli aveva nel frattempo permesso di rendersi latitante. Fino a ora.
Fonte AGI