la grande parte della località alauita, la minoranza religiosa a cui appartiene anche il presidente siriano Bashar al-Assad, nel centro della Siria. I jihadisti hanno recentemente moltiplicato gli attacchi in questa regione, dove coesistono numerose comunità, ma finora non avevano registrato particolari successi. Oggi, sempre secondo il Sohr, un altro battaglione islamista ha minacciato di attaccare due villaggi cristiani a una ventina di chilometri da Maan, se i loro residenti non cacceranno l’esercito e i miliziani pro-regime.
Grande preoccupazione in Israele, dove tutti gli occhi sono puntati su Damasco: «Se il presidente siriano Bashar al Assad farà ricorso alle armi chimiche segnerà il proprio destino firmando la sua condanna a morte», ha detto oggi alla radio militare l’ex capo dell’intelligence militare, il generale Amos Yadlin. Il ricorso alle armi chimiche, a suo avviso, rappresenta «una linea rossa» che né la Russia né gli Stati Uniti potrebbero ignorare. Dunque è «molto improbabile» che Assad ricorra a quella carta. Per Israele, secondo Yadlin, il crollo definitivo del regime di Assad sarebbe una buona notizia, perché contribuirebbe a scardinare «l’asse Iran-Siria-Hezbollah».
Fonte La Stampa