TURCHI VIETANO SPAZIO AEREO A VOLI DAMASCO – La Turchia ha comunicato di aver vietato il transito nel proprio spazio a tutti gli aerei siriani, anche a quelli che effettuano voli di linea. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, facendo seguito all’analoga decisione annunciata la notte scorsa da Damasco. “Gli aerei militari siriani – ha aggiunto il ministro, rispondendo a una domanda – erano già di fatto messi al bando”
ESERCITO SPARA A RIFUGIATI GIORDANIA – Decine di rifugiati siriani sono rimasti feriti la notte scorsa quando soldati di Damasco hanno aperto il fuoco contro di loro mentre cercavano di entrare in Giordania, secondo quanto riferito oggi all’ANSA da una fonte delle forze di sicurezza giordane. La stessa fonte ha precisato che l’attacco ha preso di mira circa 400 profughi, tra cui donne e bambini, e che cinque dei feriti sono in gravi condizioni.
I feriti sono stati ricoverati in ospedali governativi e militari della città di Ramtha, nel nord della Giordania, vicino al confine. I profughi colpiti stavano entrando in Giordania da un valico vicino alla città siriana di Tal Shehab, dove le violenze si sono aggravate negli ultimi giorni. “L’esercito siriano ha intensificato i suoi attacchi anche contro i rifugiati e ha rafforzato la sua presenza nelle città vicine alla frontiera”, ha sottolineato la fonte dei servizi di sicurezza giordani. Ieri attivisti dell’opposizione avevano segnalato combattimenti particolarmente intensi tra miliziani ribelli e forze governative nella provincia meridionale siriana di Daraa, al confine con la Giordania. Il regno hashemita è il Paese che ospita il maggior numero di profughi fuggiti dalla Siria dall’inizio della crisi, nel marzo del 2011. Attualmente si calcola che i rifugiati siano circa 140.000, con un afflusso che continua e che nei momenti peggiori arriva a 5.000 persone al giorno.
HRW ACCUSA,REGIME USA BOMBE A GRAPPOLO CONTRO CIVILI – Le forze del regime siriano ha usato bombe a grappolo russe contro aeree popolate da civili nel tentativo di respingere i ribelli. E’ l’accusa lanciata da Human Rights Watch (Hrw che in un rapporto pubblicato oggi parla di bombe lanciate da aerei e elicotteri sopratutto nell’aerea dell’autostrada che attraversa Maarat al Numan, la città conquistata dai ribelli la settimana scorsa. L’organizzazione internazionale aveva già denunciato l’uso di bombe a grappolo da parte del regime siriano in luglio e agosto. Secondo il rapporto di Hrw, oltre a Maarat, gli attacchi hanno colpito le città di Tamanea, Taftanaz e al-Tah. Bombe a frammentazione sono state lanciate anche contro Homs, Aleppo, Latakia e vicino Damasco.
Nel tentativo di placare la tensione tra Siria e Turchia, la Russia avrebbe coinvinto Damasco ad accettare la proposta di creare un comitato congiunto siro-turco per la sicurezza della frontiera tra i due Paesi, teatro da più di dieci giorni di lanci di mortai in corrispondenza con scontri tra ribelli siriani anti-regime e forze governative. Citato dall’agenzia ufficiale siriana Sana, il ministero degli esteri afferma che le autorità di Damasco hanno discusso con l’ambasciatore russo in Siria l’idea di un comitato di sicurezza siro-turco il cui obiettivo sarà di “trovare un meccanismo di sorveglianza della frontiera nel rispetta della sovranità nazionale” di Siria e Turchia. Da Ankara finora non vi sono state reazioni alla proposta russa.
Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiesto una riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per porre fine ai blocchi sulla crisi siriana dovuti al diritto di veto utilizzato dalla Russia e dalla Cina. “Se bisogna aspettare di sapere ciò che diranno uno o due membri permanenti (del Consiglio di sicurezza), allora il destino della Siria è veramente in grande pericolo”, ha detto Erdogan durante una conferenza stampa a Istanbul riferendosi in modo implicito alla Russia e alla Cina. Mosca e Pechino hanno già posto il veto a tre progetti di risoluzione.
Poi la Turchia gela il dialogo: Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha detto oggi no alle proposte di dialogo fatte ieri dalla Siria per istituire – secondo il comunicato del ministero degli Esteri di Damasco – un comitato di sicurezza congiunto con la Turchia per sorvegliare la loro comune frontiera ed evitare ‘incidenti bellici’. “Il regime di Assad deve prima definire vie di dialogo con il suo popolo – ha detto Davutoglu – Finché non avrà fatto la pace con il suo popolo, finché non seguirà la volontà del suo popolo, finché non avrà dimostrato di rispettare il diritto alla vita del suo popolo, aprire le porte del dialogo per noi non ha alcun senso
Fonte Ansa