Il sistema recentemente inventato utilizza uno speciale inchiostro conduttivo che contiene cristalli di argento in grado di bloccare o indirizzare le specifiche frequenze dello spettro Wi-Fi. In buona sostanza le onde vengono trasmesse nell’edificio ma quel segnale determinato non oltrepassa la barriera costituita dal rivestimento in questione.
La novità della scoperta sta nel fatto che sino a poco tempo fa l’unico strumento per proteggere i propri dati trasmessi in Wi – Fi era quello di imbottire il luogo da tutelare con strati di alluminio ed utilizzare vetri assorbenti per le finestre creando così una cosiddetta una gabbia di Faraday “a prova di segnale” imbottendo le pareti di strati di alluminio ed utilizzare vetri assorbenti alle finestre.
Gli effetti “collaterali” di queste gabbie oltre a comportare costi elevatissimi, sono quelli di schermare completamente gli edifici non consentendo, quindi, la ricezione e la trasmissione di altri tipi di segnali.
Tornando ai giorni nostri, anche se al momento il sistema sviluppato dai francesi è ancora un prototipo, i ricercatori dell’Istituto di Tecnologia di Grenoble si dicono convinti di riuscire a commercializzare il prodotto entro il prossimo anno ed a costi di non molto superiori a quelli di un rivestimento per pareti convenzionale.
Pur costituendo un grande passo in avanti per la tutela della privacy e per la sicurezza dei propri dati, è ovvio che tale tipo di tecnologia debba essere migliorata perché richiede il rivestimento totale dell’ambiente e non esclude che finestre, o porte, possano costituire una via di fuga per le onde in questione. D’altronde, non si può pretendere che una stanza o un intero edificio sia senza porte e finestre
Fonte Mediterranews