Le verifiche nella cripta dovrebbero, comunque, protrarsi ancora per qualche giorno, almeno fino al 12 settembre, e prevedono anche nuovi scavi nella sottocripta. In base a quanto filtra a piazzale Clodio, la conclusione dell’inchiesta arriverà non prima della fine dell’anno.
Nel frattempo chi indaga attende di conoscere gli esiti delle analisi sulle ossa trovate nella cripta. I lavoro è stato affidato agli specialisti del Labanof, il laboratorio milanese di antropologia e odontologia forense fondato dalla professoressa Cristina Cattaneo. Ad oggi, secondo quanto si apprende a piazzale Clodio, sarebbero state analizzate circa la metà delle ossa trovate e alcune sarebbero state inviate negli Stati Uniti per ulteriori approfondimenti. Non si tratta, come ha spiegato nei giorni scorsi il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, di ossa più recenti, “perché lo stato di conservazione è diverso da osso a osso” e non sempre é risultato definibile una datazione approssimativa da un semplice esame superficiale. La scelta dei reperti da inviare negli Usa non è stata fatta, quindi, in base a questo criterio, ma “sulla base delle caratteristiche delle ossa, selezionando, per esempio, quelle appartenenti a soggetti giovani di sesso femminile”. Gli accertamenti sulle ossa sono finalizzati a verificare se tra i reperti trovati nell’ossario della cripta possano esserci i resti di Emanuela.
Fonte Ansa