Del resto i controlli per l’agibilità delle case dei comuni dell’area maggiormente interessata dal sisma (il cui epicentro è stato calcolato a 36,1 chilometri da Bologna nella zona di confine tra le province di Modena e Ferrara) sono appena iniziati e ci vorrà tempo perché vengano ultimati. Ancora di più ce ne vorrà per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati. Ai tremila nuovi senzatetto, 2500 nel Modenese, 500 nel Ferrarese, si chiederanno pazienza e fiducia. A breve arriverà la conferma dello stato d’emergenza nazionale, mentre già oggi dovrebbe rientrare in Italia il premier Mario Monti, che ha anticipato il suo ritorno dal G8 negli Stati Uniti.
Intanto gli emiliani si arrangiano come possono. Il primo problema, superato quello della sopravvivenza, è quello degli sciacalli che, come spesso accade in questi casi, non si fanno scrupolo ad entrare nelle case abbandonate, senza venire chiuse, dai loro abitanti. Troppo lo spavento della fuga, troppa l’angoscia per la terra che trema, per pensare di dare due mandate alla porta. Così alcuni sono stati costretti a fare la guardia davanti ai palazzi fantasma, angeli custodi disarmati pronti a farsi un’altra notte in bianco per proteggere quel che resta della propria vita. Di occhi chiusi, comunque, stanotte non ce ne devono essere stati tanti: la terra ha continuato a tremare (a ieri sera le scosse erano più di un’ottantina) e a mezzaontte e 22 i sismografi hanno registrato una nuova scossa di 3.6 gradi della scala Richter. Sciame sismico, lo chiamano, una coda di terrore per chi ha già vissuto il trauma della scossa delle 4.04 di domenica.
Non ci sono state rassicurazioni per gli emiliani: il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ieri a Ferrara, ha ribadito l’imponderabilità dei terremoti: non si può sapere quando e dove arriveranno e tanto meno se ne può prevedere la potenza. «Massima attenzione, non rientrate nelle case se sono danneggiate». In 3000 ne hanno seguito il consiglio. A questo va aggiunto il numero imprecisabile di persone che, spaventate, anche se con le case dritte, hanno scelto di dormire in macchina. Vive, almeno. Non come le sette vittime di domenica: quattro operai in turno di notte (uno dei quali beffato dal destino aveva sostituito un collega ammalato), una ultracentenaria schiacciata dai calcinacci, e altre due donne, una delle quali tedesca di 37 anni, morte “di spavento”. E c’è anche chi, con la delicatezza di un caterpillar, riesce a fare dell’ironia su questo disastro. Stefano Venturi, trentenne segretario della Lega Nord a Rovato, scrive su Twitter: “Terremoto nel Nord Italia… Ci scusiamo per i disagi, ma la Padania si sta staccando (la prossima volta faremo più piano). Ora la Padania non si è staccato, lui, Venturi, invece sì: a poche ore dall’infelice tweet si è dimesso. Per niente ironico, ma non meno fuoriluogo, il messaggio sullo stesso social network lasciato da Red Ronnie che cita un articolo sulla profezia dei Maya (ancora loro), pubblicato il 18 maggio che “prevedeva” il fenomeno sismico. Per la verità citava allineamenti astronomici e altre coincidenze: da qui a una previsione tanta ne passa. Le uniche previsioni attendibili, al momento, sono quelle meteo che indicano pioggia per tutto il giorno, e probabilmente, anche per domani sulle zone terremotate. La vita si è fermata in Emilia, niente scuole nelle province di Modena e Ferrara, e nemmeno in sei comuni del bolognese, aziende chiuse, capannoni crollati, animali schiacciati da questi crolli. È tutto immobile, tutto fermo, tranne la terra che continua a tremare.
Fonte Il Sole 24 Ore