La ricerca ha permesso di individuare una sostanza che non interrompe il rilascio di dopamina, ma rende i recettori “ciechi” alla sua circolazione, ostacolando quindi il circuito del piacere innescato dalla nicotina.
I risultati su topi e scimmie, affermano i ricercatori, sono stati positivi. Un primo piccolo test su un gruppo di volontari che hanno accettato di non fumare per un’intera notte ha permesso di dimostrare gli effetti anti-dipendenza. Lo hanno confermato le tecniche di “brain imaging” con le quali è stato possibile scattare istantanee dei centri cerebrali coinvolti nel processo di appagamento dato dal fumo di sigaretta. Risultati che incoraggiano la messa a punto del farmaco che in futuro potrebbe supportare la terapia anti-tabacco. Prima, infatti, sono necessari rimedi specifici per allontanare il desiderio e poi potrebbe subentrare, “se il farmaco ottenesse gli stessi esiti sugli uomini”, dice l’autore della ricerca, Manolo Mugnaini, la nuova molecola anti-fumo.
Fonte Il Sole 24 Ore