Il confronto tra utilizzatori di aspirina (come nel caso di soggetti che ne fanno uso in maniera regolare per la prevenzione delle malattie cardiovascolari) e soggetti che usano gli antinfiammatori in maniera sporadica (in tutto 178.000 soggetti presi in esame) ha evidenziato una maggiore protezione dei primi nei confronti del melanoma, un cancro difficile da curare, che può arrivare, a secondo delle dosi e della durata, fino al 46%, dimezzando praticamente il rischio di sviluppare il tumore. La prospettiva migliore riguarda colore che hanno assunto il farmaco per sette anni o più e conferma ancora una volta le importanti proprietà antineoplastiche dell’aspirina (nuovi studi ne evidenziano l’azione contro il cancro al colon, all’utero, ma anche contro le metastasi).
I tumori della pelle che risultano più ostacolati dall’uso di aspirina e iburpfene sono stati carcinoma a cellule squamose e melanoma maligno, mentre un a minore efficacia dell’effetto si è riscontrata sul carcinoma a cellule basali, che colpisce più di frequente le zone del corpo espoeste al sole, in particolare testa e collo. La migliore prevenzione dei tumori della pelle resta, infatti, l’esposizione misurata al sole, mai nelle ore più calde della giornata d’estate, e sempre, in questi casi, con opportuni filtri per i raggi UV.
Fonte Il Sole 24 Ore