Dati e numeri, però, sono solo l’aspetto quantitativo del tradimento, la realtà “qualitativa” è ben più difficile da esplorare e comprendere, questo perché le motivazioni, i gusti, le occasioni, le modalità sono infinite e infinite sono le combinazioni.
Ma perché si tradisce? Diciamo che i motivi sono essenzialmente tre: per passione – si cede perché irresistibilmente attratti da qualcuno – per noia – ci si sente intrappolati in un rapporto ormai di routine – o per amore – ci si innamora di un’altra persona – ma ogni persona vive questa scelta in modo diverso.
Ci sono i pentiti, i recidivi, i dubbiosi, i disperati, i felici, i combattuti, gli indecisi. E in egual modo ci sono le pentite, le recidive, le dubbiose, le disperate, le felici, le combattute e le indecise: è vero che gli uomini tradiscono in maggior misura, ma le donne non sono immuni al fascino della scappatella illecita e anche il gentil sesso ha imparato – secoli fa – a cercare altrove quello che non trova nel proprio partner.
E poi ciascuno ha le sue preferenze circa il tipo di amante e di rapporto, come si può leggere in un forum dedicato all’argomento: «C’è chi vuole l’amante che non cerca mai, ma sempre disponibile; chi vuole quella che ogni tanto cerchi; chi quella che cerca, ma “nei momenti giusti”; chi vuole essere sempre cercato, anche se quasi sempre non disponibile».
Comunque che lo si faccia per noia, per amore o per passione di fatto si tradisce. La domanda che bisogna porsi a un certo punto è: il tradimento può far bene alla coppia oppure è la sua definitiva condanna?Molti si dichiarano incapaci di perdonare e sono certi che in caso dovessero scoprire un tradimento non esiterebbero a chiudere definitivamente la storia, anche se di mezzo c’è un matrimonio e dei figli.
Altri invece sono disposti a chiudere un occhio, purché il partner si penta, prometta di non tradire di nuovo e fornisca le dovute prove di fedeltà assoluta.
E poi ci sono i rassegnati, quelli che sanno di che pasta è fatto il partner e ingoiano il boccone amaro, disposti a chinarsi quando passano sotto una porta e chiudere un occhio su macchie di rossetto, ritardi ingiustificati, sedute extra dalla parrucchiera e quant’altro.
«Cosa significa veramente perdonare? Ne parliamo tutti ma poi? Ti perdono, ti perdono… Quante volte questa frase, questo pensiero. Senza il tradimento non avrei neanche potuto sperimentare l’esperienza del perdono» oppure: «Non riesco a credere che lei abbia fatto l’amore con un altro quando io sto facendo di tutto perché le cose funzionino» fino a: «Gli ho detto che può portarsi a letto chi gli pare perché tanto tra noi è finita. Non mi interessa buttare all’aria tre anni, ma non posso sopportare quello che mi ha fatto». Ancora una volta sono i forum a farci capire che le reazioni possono essere anche molto diverse.
Sembra che siano in molti a essere convinti che il tradimento possa far bene al rapporto di coppia, soprattutto se si tratta di un tradimento “situazionale” ovvero che si verifica in momenti precisi: particolare stress al lavoro, nascita di un figlio, inizio di una convivenza, insomma circostanze “speciali” in cui qualche “intoppo” può trasformarsi in insofferenza e poi in tradimento.
In linea di massima, però, il tradimento può far bene alla coppia solo in caso ci si metta in gioco veramente e sinceramente: scoperto il tradimento è necessario capire il perché e parlarne, accettando di incassare insulti, incazzature varie e rappresaglie di ogni genere, ma se siete i traditori siate comprensivi: non è bello scoprire di avere delle enormi corna da cervidi che spuntano dalla propria testa, soprattutto perché nella maggior parte dei casi il tradito è l’ultimo a sapere della scappatella del partner. Quindi oltre al danno la beffa.
Comunque non bisogna dimenticare che superare un tradimento può davvero rafforzare un rapporto e rendere i partner più consapevoli dei propri difetti, dei limiti e delle potenzialità della storia che stanno portando avanti.
Se proprio non riuscite a tenere su la zip dei pantaloni o le ginocchia unite avete solo due alternative: essere dei geni del male e mantenere il segreto persino sotto tortura negando anche l’evidenza oppure vi rassegnate a grosse scenate.
Come finirà poi la vostra storia? Questa è una scelta che potete fare solo voi, ma non dimenticate il saggio John Updike: «Il primo respiro dell’adulterio è il più libero; dopo, si sviluppano delle costrizioni che scimmiottano il matrimonio».
Fonte Wakeupnews