DUBBI. E sull’ipo della società guidata da Mark Zuckerberg, è tutta concentrata l’attenzione delle autorità americane, che vogliono verificare se tutto sia filato liscio o se ci siano state azioni contro le regole. Il riferimento è alle accuse mosse nei confronti di Morgan Stanley, la principale banca che ha curato il collocamento, accusata di aver condiviso informazioni negative sul social network con gli investitori istituzionali prima dello sbarco in borsa. La Sec, la Consob statunitense, vuole invece vederci chiaro sui problemi incontrati da facebook nel primo giorno di scambi, quando il nasqad ha dovuto posticipare l’avvio degli scambi di mezz’ora e ha registrato difficoltà nel comunicare agli operatori l’esecuzione dei loro ordini. Mentre le indagini vanno avanti ci si interroga anche sul ruolo giocato da facebook stessa: secondo alcuni avrebbe approfittato della domanda elevata per gonfiare eccessivamente il prezzo delle proprie azioni. E ora il mercato la sta in qualche modo punendo, con i titoli colpiti da forti vendite che ne hanno fatto crollare il prezzo. Nelle prime tre giornate di scambi il valore di mercato di facebook ha già perso 11 miliardi di dollari, scendendo così sotto i 104 miliardi di valutazione della scorsa settimana.
MILIARDARIO IN CRISI Il tonfo in Borsa di Facebook ha fatto perdere nella sola giornata di oggi oltre 300 milioni di dollari all’oligarca Alisher Usmanov, considerato l’uomo più ricco di Russia secondo l’ultima classifica di Forbes e uno dei principali azionisti della rete sociale con il 5,5% circa delle azioni, controllate attraverso Digital Sky. Usmanov ha subito anche il rovescio del motore di ricerca russo Mail.ru da lui controllato, che a sua volta detiene il 2,3% della quota di Facebook: le sue azioni hanno perso ieri quasi il 10% alla Borsa di Londra. Secondo Forbes, Usmanov ha un patrimonio di circa 20 miliardi di dollari.
Fonte Leggo