Così si travestivano le spie della Stasi

OCCHIALI DA SOLE – La vita della spia della Stasi, abbreviazione di Ministerium für Staatssicherheit (Ministero per la Sicurezza di Stato), cominciava all’alba e consisteva in una routine tanto priva di passione, quanto piena d’ansia. Il regista tedesco Florian Henckel von Donnersmark aveva ben descritto nel 2006 le persecuzioni e lo spionaggio indiscriminato a opera della Stasi nella pellicola Le vite degli altri. Nelle istantanee raccolte e riprodotte da Menner, ora pubblicate da Der Tagesspiegel, si vede per esempio un agente paffutello che si traveste con parrucca, oppure berretto da uniforme, oppure colbacco e cappello di pelliccia col bavero alzato, sciarpa e – importante – grossi occhiali da sole. Un altro agente più magrolino esibisce un look da fotografo, un altro sfoggia dei bermuda da turista. «Immagini dagli archivi segreti della Stasi» dell’artista Simon Menner è anche il titolo della mostra, unica nel suo genere, nella capitale tedesca. «Sono le immagini del male», sottolinea il 33enne berlinese che in questi anni ha spulciato tra migliaia di foto e Polaroid nei cassetti segreti o dimenticati della Stasi.               

CORSI DI CAMUFFAMENTO – Le fotografie fanno riferimento agli speciali «corsi di camuffamento» che dovevano seguire le spie di Berlino est. Delle lezioni approfondite per passare inosservati tra la gente e agire indisturbati. Oggi quei travestimenti paiono decisamente grotteschi, quasi fossero degli emuli di Benny Hill in salsa 007. Obbligatori erano gli occhiali scuri, il più classico (e forse il più banale) dei requisiti di tutti film di spionaggio dell’epoca. Ciò nonostante, il contesto nel quale queste immagini sono nate è tutt’altro che banale. Con l’aiuto di questi corsi l’immenso apparato di sorveglianza istruiva le spie e le migliaia di collaboratori della polizia segreta ad una efficace repressione nei confronti dei cittadini della Ddr. Pro capite la Stasi disponeva di più agenti tra la popolazione che il Kgb o la CIA. Solo la fine dei totalitarismi con il 1989 ha portato al lento tramonto l’ossessione di sapere tutto o quasi tutto sui propri cittadini.

Fonte Corriere.it