Tecnico della sicurezza per eccellenza, l’ex capo della polizia entra dunque per la prima volta al Governo con il preciso mandato affidatogli da Monti di razionalizzare e rendere più efficienti i servizi segreti, dando impulso alla piena applicazione della legge di riforma che ha ormai quasi cinque anni. La spending review ha toccato anche le barbe finte e, dunque, sono state le indicazioni del premer, non sono più accettabili sovrapposizioni di compiti e strutture tra le agenzie.
Pochi giorni fa il prefetto ha riconosciuto che «la divisione netta tra esterno (affidato all’Aise) ed interno (di competenza dell’Aisi) crea difficoltà, ma il legislatore ha affidato al Dis il compito di organizzare al meglio il sistema e se all’inizio non è stato facilissimo perchè abbiamo trovato resistenze fisiologiche nelle Agenzie, adesso sono le stesse Agenzie a chiedere il coordinamento». C’è poi da proseguire nel processo di svecchiamento del personale, acquisendo nuove competenze, anche tra giovani universitari, in campi chiave come l’economia e la cibernetica. Ma, ha messo in guardia De Gennaro, «serve grande prudenza perché non si possono cambiare tutte le ruote di un’auto mentre sta procedendo». E infine, c’è da migliorare – come ha dimostrato il caso dell’ostaggio italiano ucciso in Nigeria – la qualità e quantità degli agenti impegnati all’estero.
Un’indicazione forte in questo senso è arrivata dalla nomina di Massolo, una vita alla Farnesina. È la prima volta dopo venti anni che il Dipartimento – prima della riforma del 2007 c’era il Cesis – viene guidato da un diplomatico.
Per il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, l’ambasciatore «potrà senz’altro portare un contributo importante al rafforzamento del coordinamento tra l’azione di intelligence e quella di politica estera». Lo stesso D’Alema ha sottolineato che Massolo «potrà anche contribuire alla sempre più necessaria apertura internazionale dei nostri servizi».
Un altro ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha parlato di «riconoscimento importante del collegamento indissolubile tra l’intelligence e le questioni di rilevanza geostrategica e di politica estera. Un collegamento – ha aggiunto – che durante la mia attività istituzionale ho sempre ritenuto elemento essenziale e che trova oggi un riconoscimento che, sono sicuro, si rivelerà di grande importanza per il ruolo dell’Italia nella comunità dell’intelligence internazionale».
Fonte Il Messaggero