Componenti che, però, in qualche modo devono essere materialmente installati sui computer da monitorare, da un agente o dallo stesso inconsapevole utente; i dati sono poi trasmessi sulla frequenza radio segreta a una stazione mobile della Nsa – che può anche inviare malware ai computer controllati – a non più di 8 miglia (poco meno di 13 chilometri) di distanza, che poi li inoltra ai server dell’Agenzia. In questo modo, è stato possibile avere accesso ai computer che gli altri Paesi stavano cercando di proteggere da spionaggio e attacchi informatici.
L’Nsa ha definito il suo operato una “difesa attiva” contro gli attacchi informatici dall’estero, piuttosto che come arma offensiva. Tra gli obiettivi scelti dall’intelligence per il suo programma di spionaggio – nome in codice Quantum – ci sono stati le unità dell’esercito cinese (che ha fatto più o meno lo stesso con aziende e agenzie governative americane), l’esercito russo, i cartelli della droga e la polizia in Messico, le istituzioni commerciali dell’Unione europea e, in qualche caso, anche i Paesi partner degli Stati Uniti contro il terrorismo come l’Arabia Saudita, l’India e il Pakistan. Non ci sono prove, invece, dell’uso di queste tecnologie negli Stati Uniti.
Rifiutandosi di commentare gli scopi del programma Quantum, l’agenzia si è comunque difesa: “Le attività della Nsa sono concentrate e schierate solo contro validi obiettivi stranieri in risposta alle esigenze di intelligence. Noi non usiamo capacità di intelligence per rubare segreti commerciali di società estere” ha detto la portavoce Vanee Vines. Ma le nuove indiscrezioni confermerebbero comunque che l’intelligence americana non solo ha spiato conversazioni e dati informatici ma, addirittura, controllato a distanza i computer.
Domani, intanto, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, annuncerà il suo piano di riforma dei programmi della Nsa, in base alle raccomandazioni fornitegli dalla commissione da lui creata per studiare le possibili modifiche.
Fonte TMNews