Il detective assoldato dal marito non ha la possibilità di spiare la moglie nell’abitazione dell’amante, anche se quest’ultimo gli abbia consentito, volontariamente, di entrare. La moglie, infatti, deve essere informata, deve cioè essere a conoscenza delle persone che si trovano in una casa altrui; nascondere la presenza di terzi è lesivo, in questo caso, della sua privacy e il detective di scuola santommasiana rischia la condanna per interferenze illecite nella vita privata.
Questo è quanto stabilisce la sentenza n. 9235/2012, emessa dalla Corte di Cassazione; nella fattispecie un marito, non proprio convinto della fedeltà della moglie, aveva foraggiato un detective privato per verificare la veridicità delle sue preoccupazioni.