Stando alle prime indiscrezioni, la Cia e National security agency (l’agenzia per la sicurezza nazionale) hanno fatto risalire alcuni attacchi a server di forze armate e servizi segreti cinesi. “Uno di questi attacchi arriva direttamente da un ufficio dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese”, ha rivelato un funzionario dell’intelligence americana.
Non tutte le 17 agenzie di intelligence coinvolte nello studio concordano sul grado di responsabilità del governo di Pechino, ma per alcuni analisti le autorità cinesi avrebbero promosso un’ampia strategia basata sulla violazione della proprietà intellettuale attraverso intrusioni informatiche di hacker.
La scorsa settimana, anche una commissione del Congresso aveva parlato di “strategia elaborata della Cina per ottenere informazioni sulle tecnologie avanzate di compagnie statunitensi attraverso espedienti: dal furto deliberato al rilascio di informazioni riservate come condizione per l’accesso ai mercati del paese”.
Secondo il rapporto presentato in Congresso, “nel 2012 numerosi attori supportati dal governo cinese hanno cercato di accedere ai computer di governo, esercito e industrie statunitensi: per numero di tentativi, la Cina si conferma la principale minaccia globale nel cyberspazio”.
Più difficili da quantificare le perdite per le aziende che hanno subito attacchi, ma si pensa che i danni alla proprietà intellettuale causati dagli hacker siano di diversi miliardi di dollari all’anno, secondo i servizi segreti.
Fonte America24