Intercettazioni, appalti senza gara nel mirino della Ue

Nel 2008, una prima procedura era stata chiusa dopo che il parlamento aveva votato una legge alla fine del 2007, prevedendo la nascita di un organismo unico per l’intero sistema giudiziario italiano che sarebbe stato incaricato di organizzare gare d’appalto. La legge è rimasta inapplicata, tanto che la Commissione ha deciso di tornare all’attacco con una lettera di messa in mora, la prima fase di una procedura d’infrazione.

 

In un incontro del marzo scorso con i funzionari della Commissione, gli stessi rappresentanti del governo italiano hanno ammesso che la legge non ha mai trovato applicazione concreta. Secondo l’esecutivo comunitario, l’attribuzione dei contatti «in via diretta, senza alcuna pubblicità e messa in concorrenza», è contraria al diritto europeo degli appalti, mancando la dovuta trasparenza nell’assegnazione di contratti.
Gli esperti giuridici considerano quindi che la legislazione italiana viola il principio della libera circolazione delle merci, dei servizi e di stabilimento. In Italia la questione delle intercettazioni telefoniche – e della loro frequente pubblicazione sulla stampa – è tema politicamente controverso. È stato presentato in parlamento un progetto di legge con il quale si vuole restringere l’utilizzo di queste registrazioni.

L’Italia è tra i paesi in cui la magistratura fa più uso di questo strumento. Secondo un recente rapporto del ministero della Giustizia, al giugno 2010, l’ultimo mese per cui sono disponibili dati ufficiali, erano centomila le persone sottoposte a intercettazioni, 10mila in più rispetto all’anno precedente. La procura che più utilizza le registrazioni è quella di Napoli che, nell’ultimo anno per cui sono disponibili statistiche pubbliche, ha ascoltato 12mila persone.
Dietro ai costi elevati e anche alla scelta dell’assegnazione diretta dei contratti anziché attraverso gara d’appalto si nascondono probabilmente varie ragioni, tra cui anche l’assenza di materiale tecnico idoneo in alcuni regioni meridionali del paese e la necessità di attivare rapidamente l’intercettazione telefonica o ambientale (si veda il Sole 24 Ore del 7 marzo scorso). Il numero di registrazioni in Italia è salito costantemente in questi anni, da 93.431 nel 2004 a 129.081 nel 2007, per poi balzare a 143.500 tra il luglio 2009 e il giugno 2010.

Fonte Il Sole 24 Ore