Giornalista pubblicista, autore di diversi libri sul tema, docente in varie università, il colonnello è un personaggio noto per l’anticonvenzionalità del suo approccio che gli ha fatto guadagnare la simpatie dei media, ma probabilmente non quelle delle gerarchie militari rispetto alle quali si è sempre comportato da cane sciolto.
La commissione di avanzamento della Gdf ne boccia così la promozione a generale dopo averlo valutato per tre anni, dal 2010 al 2012. Il Comando generale ne decide poi il trasferimento – a partire da luglio – dal Nucleo per fargli frequentare i corsi al Centro alti studi della difesa. Contro lo spostamento del colonnello insorgono parlamentari di diversi schieramenti che presentano una serie di interrogazioni in cui ne evidenziano «la professionalità specifica e riconosciuta a livello internazionale come esperto di lotta al crimine informatico». Ad una di queste risponde il sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta riferendo le motivazioni addotte dal Comando generale delle Fiamme Gialle. I vertici del corpo sottolineano che le operazioni del Nucleo «hanno frequentemente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto da un punto di vista mediatico». Argomentano che si punta ad evitare «eccessive personalizzazioni soggettive in capo ad una medesima realtà operativa» e ricordano che Rapetto ha diretto il Nucleo speciale per oltre dieci anni, «maturando una permanenza nell’incarico del tutto eccezionale e singolare, se confrontata rispetto a quella degli altri ufficiali del Corpo».
Il Comando sottolinea poi «l’elevato numero di attività extraprofessionali svolte da molti anni (partecipazione a convegni, docenze, attività pubblicistiche, ecc)» e assicura che la sostituzione «non costituisce certamente una rimozione ma, al contrario, rientra nella normalità delle vicende che interessano tutti gli ufficiali della Guardia di finanza, nè comporterà pregiudizio alcuno alla funzionalità del Nucleo».
Il pensiero di Rapetto al riguardo, neanche a dirlo, viaggia in rete. Nel suo profilo su Facebook, dove sta ricevendo tante attestazioni di solidarietà, così risponde a chi gli ricorda che, con la sua professionalità, dopo le dimissioni dalla Gdf potrà diventare ricco: «grazie, ma mi accontentavo di rimanere povero al Gat piuttosto che esser rimosso e spedito a frequentare un corso al Centro alti studi Difesa dove insegno da oltre 15 anni… e grazie a tutti per la solidarietà: il momento è difficile e indesiderato…».
Fonte La Stampa