Il rapporto sottolinea che «La presenza di Israele in Eritrea è molto mirata e precisa, comportando la raccolta di informazioni nel mar rosso e la sorveglianza delle attività iraniane». Secondo Stratfor, la piccola ex colonia italiana nell’Africa orientale sarebbe diventata «Un’arena delle operazioni per Israele e l’Iran» che vogliono entrambi rafforzare la loro presenza nel Corno d’Africa a caccia di risorse e di egemonia geopolitica. Ma L’Eritrea, dice il rapporto, «Vuole l’amicizia di Israele per numerose ragioni di sicurezza e politiche», dato gli stretti legami di Gerusalemme con Washington e il suo desiderio di stringere potenziali accordi di difesa con Israele: «Asmara vuole acquisire migliori capacità di difesa aerea per difendersi da un possibile attacco dell’Etiopia. Inoltre, la collaborazione con Israele è un modo per Asmara per bilanciare il suo controverso rapporto con Teheran».
Infatti la spietata dittatura eritrea non ospita solo le spie, le navi da guerra ed i militari israeliani, ma anche operazioni militari iraniane «Legate all’obiettivo più ampio di Teheran che è quello di controllare lo stretto di Bab el-Mandab e la rotta navigabile che porta al Canale di Suez». Stratfor sottolinea che «Nel 2008 Teheran ha raggiunto un accordo con Asmara per mantenere una presenza militare ad Assab, ufficialmente per proteggere la raffineria di petrolio di proprietà statale ristrutturata di epoca sovietica. In cambio, Asmara ha ricevuto denaro e altri aiuti militari da Teheran attraverso canali ufficiali e non ufficiali. Nel 2009, lo stesso anno in cui l’Eritrea ha apertamente sostenuto il programma nucleare iraniano, la Banca di sviluppo dell’Iran ha trasferito 35 milioni di dollari per sostenere l’economia eritrea».
Stratfor Global Intelligence spiega così il doppio gioco di Asmara che ha legami con due Paesi nemici: «In cambio di risorse, che possono comprendere modeste quantità di denaro ed armi, l’Eritrea ha mostrato di voler diventare una base di sostegno per le potenze del Medio Oriente. Come risultato, l’Eritrea e le sue acque nel Golfo di Aden sono diventati un altro luogo per la rivalità tra Iran e Israele. L’impegno di Israele e l’Iran con l’Eritrea è un’estensione della loro rivalità sul Mar Rosso, che avrebbe portato al bombardamento della di armi di Yarmouk in Sudan», avvenuto il 23 ottobre a Khartoum. Ma il rapporto avverte che «Israele è meno interessato dell’Iran ad espandere la propria presenza in Eritrea. E’ improbabile che Gerusalemme comprometta le sue relazioni con Addis Abeba od altre nazioni della regione, dato che il suo principale interesse in Africa orientale è frenare contrabbando di armi dal Sudan». Quando negli ultimi anni Israele ha ampliato la sua cooperazione militare con il Sud Sudan e il Kenya, l’Eritrea ha risposto rafforzando i suoi legami con l’Iran.
Le operazioni israeliane in Eritrea si baserebbero soprattutto sula sorveglianza del traffico d’armi dell’Iran verso la Striscia di Gaza ed il Libano destinate ad Hamas ed alla Jihad palestinese e alle milizie libanesi di Hezbollah. Nonostante la recente riapertura del Canale di Suez alle navi militari iraniane, quella rotta sembra ancora troppo vistosa e navi cariche di razzi e munizioni attraverserebbero il Mar Rosso per raggiungere il Sudan e l’Egitto, da dove le armi sarebbero trasferite via terra o su altre navi insospettabili per raggiungere la Siria ed il libano.
Il rapporto conclude che «La decisione dell’Eritrea di ospitare Israele e l’Iran non è una scelta ideologica. E’ il modo per una nazione piccola e insicura per soddisfare le sue esigenze economiche e di sicurezza».
L’Eritrea non sarebbe la sola base operativa per le operazioni militari israeliane all’estero: secondo il Sunday Times gli israeliani manterrebbero una presenza militare anche nel Caucaso, nell’ex repubblica sovietica dell’Azerbaigian che confina con l’Iran.
Fonte Greenreport