Chattava su Facebook in ufficio. Licenziata per calo di rendimento
C’era da scommettere che il lavoro per lei fosse quasi più importante della vita privata. Altrimenti come spiegare il suo restare incollata al pc ben oltre l’orario d’ufficio e quelle frequenti presenze alla scrivania anche al sabato mattina, quando l’azienda era chiusa? Una ragazza, trent’anni, con funzioni e responsabilità di livello medio-alto in un’azienda commerciale del Padovano, da prendere d’esempio. Una dipendente modello. Se non che, a guardarla bene, qualcosa non tornava. Perché più che concentrata appariva divertita: risate ed euforie improvvise che poco si conciliavano con le pratiche da sbrigare e ancor meno col suo progressivo calo di produttività. Ma erano invece in perfetta sintonia con il suo intrattenimento sui social network.