Sorveglianza digitale made in Italy. Un software per spiare attivisti e dissidenti
Un click sbagliato, e un software entra totalmente in possesso della tua vita online. Accendendo la tua webcam e il tuo microfono, impossessandosi di documenti sul tuo hard disk, registrando tutto ciò che scrivi sulla tastiera. Così che anche cambiando password le tue mail e i tuoi messaggi – Skype incluso – sono sempre sotto controllo. Il tutto per «intercettazioni legali» (lawful interception), a scopi di cyber-intelligence e sicurezza.
Ma ci sono indizi sia già accaduto, secondo Slate, in Marocco, anche per sorvegliare le mosse di un gruppo di citizen journalist in difesa della libertà di espressione chiamato Mamfakinch. La notizia, contenuta in un rapporto appena pubblicato dal Citizen Lab dell’Università di Toronto, è che lo stesso software sarebbe stato utilizzato anche per spiare l’attivista per i diritti umani di stanza a Dubai, Ahmed Mansour.